VECCHIA TURCHIA

Per un mese promozione speciale outlet

I tappeti della penisola anatolica

Un articolo dedicato ai vecchi tappeti Turchi per riscoprire i colori  di una regione profondamente cambiata negli ultimi anni. VECCHIA TURCHIA

Turchia, Anatolia, Asia minore.
Turchia, Anatolia, Asia minore.

 

Tappeti annodati tra la metà dell XIX secolo fino al 1940 ci fanno ritrovare la VECCHIA TURCHIA.

KULA Antico metà XIX secolo

La produzione di tappeti di kula è radicalmente cambiata nei primi decenni del XX secolo ed ha avuto una grande diffusione, per questo nell’immaginario collettivo i Kula sono quei tappeti chiari con tanto campo libero monocrono. Questo pezzo annodato nel XIX secolo viene quindi difficilmente riconosciuto come Kula e confuso con Malayer iraniani o altre manifatture. In questo caso ci troviamo di fronte ad un raro tappeto finemente annodato a Kula nel XIX secolo con arcaico disegno di origine kurda impreziosito da piccoli motivi floreali di un tenue color lilla.

 

Vecchio Karapinar 

 

Tappeto a preghiera Karapinar 1930/1940
Tappeto a preghiera Karapinar 1925/1935

Tappeto annodato nell’area di Konia tra il 1925 ed il 1935, secondo me il villaggio di manifattura è quello di Karaman ma, per ragioni pratiche, mi adeguo alla definizione più nota di Karapinar. I motivi decorativi della parte alta della Mirab ricordano i Karapinar, mentre il centro del tappeto è sicuramente una variante dei Ladik a colonne. L’eccezionale bellezza ed il rigore con il quale questo tappeto è stato annodato me lo fanno inserire tra i tappeti antichi nonostante la più giovane età.

ANTALYA ANTICO

Antalia antico
VECCHIA TURCHIA

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Preghiera anatolica antica, rinvenuta ad Antalya ma molto probabilmente annodata in qualche piccolo villaggio dei monti Taurus alle spalle della città. Il tappeto a preghiera, indubbiamente molto ricercato nel disegno, ha sviluppato un interessante decoro di bordura ma va studiato nella originale interpretazione del campo della preghiera diviso in due con una parte a nicchia tripartita ed un’altra nella quale i decori della mirhab ci ricordano l’origine turcomanna di queste popolazioni Oghuz.

 

 

Tappeto MACRI’ Vecchia Turchia 1920 / 1930

 

Macrì
Tappeto Anatolico 1920 /1930

Tappeto Macri annodato in Turchia tra il 1920 ed il 1930 Siamo nel sud della penisola anatolica nella parte che si affaccia sul mar Egeo a pochi kilometri da Fethiye ad ovest di Antalya. Il fondo del tappeto è in lana chiara, bellissimo il color obergine tipico delle prime tinture all’anilina. Anche se ci troviamo dopo la grande guerra ho inserito il tappeto tra gli antichi perchè; possiede tutte le caratteristiche dei pezzi del XIX secolo.

Tappeto MUDJUR  o MUCUR

 

MUDJUR MUCUR
Un tappeto siffatto mi rifiuto di inserirlo tra i tappeti Turchi vecchi! Lo promuovo ad antico! è tanto bravo da poter bruciare le tappe facciamogli compiere 100 anni con cinque di anticipo e diamogli il diploma di antico. vi dico i voti: vello 30/30 luminostà 30 e lode, colori 30 lane 30. Tesi sul prezzo 110 e lode + bacio accademico.

Tappeto Melas o Milas

Melas o Milas
Melas tappeti che provengono dalla Turchia Occidentale

 

Tappeto antico dall’impianto geometrico, il campo centrale è libero da disegni, la bordura presenta minuti motivi floreali, il nero è tinto con ossido di ferro, invece per l’arancio sono stati usati colori all’anilina; questo ci testimonia l’epoca di annodatura da collocarsi tra il 1910 ed il 1920.

 

Per un mese promozione speciale outlet

Per un approfondimento

Data la vastità dell’argomento cercherò di essere il più sintetico e conciso possibile.

Nella penisola anatolica, politicamente l’attuale Turchia, vivono diversi gruppi etnici; i più numerosi sono I turchi ed i kurdi mentre gli armeni, un tempo numerosi, si sono drasticamente ridotti per i tragici eventi del 1915.

I tappeti delle popolazioni anatoliche sono, nella quasi totalità dei casi, annodati con il nodo simmetrico detto appunto nodo turco o turchibaff.  Le trame dei pezzi antichi di villaggio, nomadi o seminomadi sono sempre di lana. Diverso, come vedremo, il discorso per le grandi manifatture di città.

 

Anatolia Occidentale

Indicativamente va dalla Tracia, Turchia europea, fino ad Ushak.

Ricordiamo innanzitutto le prestigiose manifatture Kumkapu in seta fatte annodare da maestranze armene alla fine del XIX secolo; passiamo poi ad Herekè dove nel XX secolo prosegue la tradizione di annodare tappeti finissimi in seta dal disegno di ispirazione persiana.

Lasciamo la provincia di Kokaeli e, costeggiando il mar di Marmara troviamo la provincia di Bursa dove venivano annodati i Panderma spesso a disegno preghiera con tinte pastello. Proseguiamo sulla costa in direzione di Cianaklkale; quì troviamo bei pezzi a disegno geometrico e colori vivaci.

Sulla parte opposta dello stretto c’è Sharkoy, area dove vengono annodati bellissimi tappeti Kilim noti anche con il nome di Bessarabian.

Siamo ora nell’area archeologica di Troia proclamata patrimonio dell’umanità dall’UNESCO nel 1998. In quest’area: Balikesir, Yagcibedir, Kozak (purtroppo devo dire che non ho mai visto un bel tappeto di Kozak, tanto da dubitare che ne possano esistere.)

Annodati in quest’area, i tappeti Avunia, che vengono generalmente raggruppati sotto il nome di Pergamo, l’antica Bergama romana, e i tappeti di Ghiordes, la città che ha dato il nome all’annodatura simmetrica; effettivamente merita questo riconoscimento in quanto sono stati annodati qui dei veri capolavori per finezza e purezza del disegno.

Passiamo il Gediz e da Izmir, l’antica Smirne, dove venivano annodate tra la fine del XIX° e l’inizio del XX secolo, splendide preghiere dai colori vivaci con l’utilizzo frequente dei primi colori all’anilinache donano quel tocco in più di vivacità al tappeto.

Da qui, prima di recarci ad Ushak, passando per Kula, facciamo una panoramica sui tappeti annodati nel sud-ovest.

Di Aydin e  Denizili  ricordo con piacere alcuni bellissimi kilim.

Assolutamente stupendi, raffinati e fini nell’annodato i tappeti di Melas presentano molto spesso il disegno mihrab e motivi di lontana origine turcomanna, trama in lana e vello luminoso. Nell’antica città di Makrì, di fronte all’isola di Rodi, venivano annodati anche piccoli formati dai disegni geometrici stilizzatissimi, spesso caratterizzati da uno stupendo blu vegetale di fondo; nel 1923 la città ha cambiato nome ed ora si chiama Fethiye; chiameremo quindi Makrì i pezzi del XIX secolo e Fethiye i manufatti del XX .

A Kula, grande centro di produzione e raccolta, i tappeti del XVIII secolo, cupi e spenti, presentavano quasi sempre un disegno mihrab a nicchia semplice; i pezzi del XX secolo invece riprendono più spesso il motivo a doppia nicchia ed hanno colori più tenui e lane scadenti.

Siamo giunti così alla nostra meta: Ushak! Quì nel XVII secolo venivano annodati grandi tappeti turchi destinati alle famiglie nobili europee.

I disegni di questi capolavori, divenuti famosi per la loro bellezza, molto spesso li troviamo nei dipinti dell’epoca; gli esemplari dal disegno di bordura detto a fasce di nodi prendono il nome di Holbein, famosissimo il disegno detto ”Lotto” in quanto costantemente riprodotto dal pittore Lorenzo Lotto; bellissimi comunque i tappeti Ushak dal grande medaglione, i pezzi con stilizzato il motivo “fasce di nuvole”, gli Ushak “bianchi “, gli  Ushak a stelle,  gli Ushak ad uccelli detti anche Ushak Selendi e quelli a macchie di leopardo detti Citammani anch’essi annodati per lo più nel villaggio di Selendi.

Uno tra i più famosi Ushak lo si può ammirare al museo islamico di Berlino; fu ritratto nel quadro “ attrazioni contrapposte” dipinto da un allievo di Heinrich von Angeli di nome Carl Probst che lasciò il quadro al maestro. Nel 1904 Wilhelm Von Bode aprì la sezione di arte islamica al museo di Berlino e si ricordò della splendida preghiera a fasce di nuvole regalata anni addietro all’amico Henrich che nel frattempo era deceduto, decise quindi di ricomprarla dalla vedova Angeli. Questo Ushak è noto con il nome di “Angeli-Bode”.

Per completare il panorama dei tappeti dell’Anatolia occidentale dobbiamo ricordare i tappeti  di Isparta, di Yuntdag e di Doshemealti.

I tappeti Yagcibedir non prendono il nome da una località ma venivano annodati nei dintorni di Balikesir.

 

I Tappeti Turchi-Europei

Nel 1541 la Transilvania (regione europea dell’attuale Romania centrale e nord-occidentale) fu conquistata dagli Ottomani e divenne Principato sotto il protettorato turco.

Nelle chiese protestanti luterane e calviniste della Transilvania sono stati rinvenuti preziosi tappeti di chiara origine anatolica; questi pezzi prendono il nome di Transilvania e si suppone, date le caratteristiche dei motivi, spesso a doppia nicchia o dal fondo bianco, che possano provenire dall’area di Ushak.  Addirittura possiamo trovare in alcuni esemplari motivi arcaici di chiara origine turcomanna come piccole corone Kotchak,  foglie lanceolate o primitive interpretazioni del motivo medacil.

 

I Tappeti dell’Anatolia Centrale

Nel 1097 i Selgiuchidi fondarono il sultanato di Konia che comprendeva tutta l’Anatolia centrale, dalle città portuali di Antalya e Alanya ai centri di Sivas e Kayseri.

Ogni trenta chilometri costruirono caravanserragli per offrire rifugio sicuro alle carovane di mercanti.

Elenco di seguito le manifatture più importanti ed anche alcune piccole che mi hanno colpito in modo particolare.

Ai tappeti di Yuruk annodati in tutta la parte dell’Anatolia centrale a sud di Ankara fino a Konia è veramente difficile attribuire un’origine presso un villaggio preciso; questi pezzi, annodati dai nomadi Yuruki, infatti sono molto liberi nella composizione del disegno e poco influenzati dal luogo in cui si sono stanziate le singole tribù.

A Konia  troviamo splendidi esemplari coloratissimi, talvolta rigidamente geometrici, in altri casi più floreali, lane luminose ed ovviamente trame in lana e nodo ghiordes; splendidi anche gli Yatak-Konia ed i rari esemplari Yuruki-Konia. Riconoscibilissimi dal lungo medaglione centrale i tappeti do Yahyali giocati sui blu, sui gialli e sui toni bruniti del rosso.

Sulla strada da Kayseri per Nigde scendendo verso sud-ovest si trova il villaggio di Tashpinar; i tappeti qui annodati si distinguevano in quanto erano i più concentrati nell’annodatura di tutta l’area, purtroppo questa tradizione si è persa nel XX secolo.

Ricordando i tappeti di Sivas imitatissimi dai Rumeni e dalle manifatture bulgare degli anni ‘70, ci piace citare i Sharkishla  ed i bellissimi kilim tessuti a Reyhanli ed a Obruk. Devo confessare che purtroppo non mi è mai capitato di poter vedere una Saf antica, questo bellissimo disegno dalla Mirhab disposta in modo trasversale rispetto all’asse del tappeto lo ho sempre riscontrato in pezzi più recenti e di scarsa qualità; ho avuto modo di apprezzare solamente alcune belle fotografie di Mudjur dal disegno Saf.

A proposito di Mudjur, guardate questo straordinario esemplare della mia collezione.

Tra Eskishehir ed Ankara a Mihaliccik c’è stata una bellissima manifattura che, anche se più grossolana della media nell’annodato, si è distinta per la particolare fantasia dei disegni sia floreali che geometrici.

I tappeti annodati nei dintorni di Nigde, in genere raccolti a Giamardi, vengono definiti con il nome di Maden, in effetti, villaggi con questo nome sono sparsi in tutta la Turchia e questo consente di annodare anche tappeti dal disegno non strettamente legato alla tradizione.

Anche Ladik è il nome di due villaggi anatolici. Uno, il principale, si trova a quaranta chilometri a Nord di Konia, qui si insediò un’antica tribù turcomanna, della quale resta traccia nelle famose preghiere di Ladik.

Anche i tappeti annodati nell’altro villaggio dal nome Ladik che si trova sul Mar Nero hanno le medesime caratteristiche; il villaggio, infatti fu fondato da un ramo della antica popolazione che da Ladik nell’Anatolia centrale migrò verso Nord. Gli studiosi amano dividere questi tappeti in tre gruppi; io ne distinguo solo due: i Ladik con la Mihrab a triplice cuspide e quelli a colonna. I tappeti detti Ladik-Konia li chiamo Konia dal motivo Ladik anche se comprendo chi, facendo questa distinzione, vuole sottolineare l’origine turcomanna di questi splendidi esemplari antichi.

Spesso ai tappeti raccolti nell’area di Afyon viene dato il nome di Kutahya in quanto l’antica città di Cotyaeum è conosciuta e ricchissima di storia, palazzi e moschee; sta di fatto che sotto questa denominazione si possono trovare kilim e tappeti di grande fascino come i Kutahya-Yatak spesso dal bel disegno gol Memling ed i Kutahya-Kurd con influenze curde.

Città dall’antichissima storia, Kayseri fu la Mazaka degli Ittiti, l’Eusebia e poi Cesarea dei Romani, infine conquistata dai Selgiuchidi divenne Kayseri. Il grande successo commerciale dei tappeti prodotti nella seconda metà del XX secolo, spesso di scarsa qualità, annodati con l’utilizzo di cotone mercificato o di iuta trattata, ha reso introvabili i pregiati pezzi antichi. Qualche bel tappeto a preghiera è possibile trovarlo a Kirshehir, villaggio di origine Ittita come Kayseri ma meno contaminato dalla produzione seriale e, benchè si trovi in un luogo di passaggio, rimasto più fedele alla tradizione.

Le preghiere annodate a Karaman devono passare per Karapinar dove si mescolano con la produzione locale, quindi ci si dimentica di fare la distinzione tra le prime, originali e fantasiose, e le altre più geometriche.

Appartenenti all’Anatolia centrale anche i tappeti di Fertek, Doshemalti, Derekoy e Avanos; in generale in ogni piccolo villaggio in Turchia venivano annodati bei tappeti, solo alcuni di questi villaggi hanno avuto l’onore di passare alla storia, spero di non averne tralasciati.

 

Tappeti dell’Anatolia Orientale

La configurazione del territorio, un altopiano vasto ed aspro con catene montuose di recente formazione instabili dal punto di vista sismico, influenza notevolmente la produzione di tappeti; in questa vasta area, essendo il pascolo di capre e pecore, il nomadismo o seminomadismo di tipo transumante l’attività prevalente, va da sé che l’annodatura dei tappeti fosse capillarmente diffusa in ogni villaggio ad opera di piccoli gruppi tribali.

Vista questa situazione, mi limiterò a citare i villaggi-centri di raccolta dove confluivano le manifatture di villaggio.

Erzerum, ad esempio, al centro dell’Anatolia orientale (a nord del lago Van, ad est del monte Ararat), un tempo abitata da popolazioni armene è famosa per le bellissime preghiere dai prevalenti toni del giallo e del verde, ma anche per i kilim, i djidjim o cicim; fino a pochi decenni fa era ancora possibile trovare qualche stilizzatissimo tappeto dai bellissimi motivi di origine Avar.

Nell’estrema parte orientale ai confini con la Georgia e l’Armenia, Kars, capoluogo di provincia, nel tempo passò ripetutamente da principato armeno alla Turchia e alla Russia; il risultato di questi continui cambiamenti è stato quello di togliere un’identità specifica ai tappeti qui annodati, infatti troviamo pezzi di ispirazione caucasico-armena accanto a tappeti dal gol Memling di origine turcomanna, in ogni caso quasi sempre di scarsa cura nella fattura e con poco riguardo alla qualità dei materiali.

Raffinati ed eleganti i kilim tessuti da tribù Yuruk raccolti nella vicina Kagizman; spesso non viene riportato il nome di questo villaggio ma ci si limita a definire Yuruk i tappeti qui raccolti.

Sempre in territorio Yoruki a Sivas e nei villaggi circostanti si è sviluppata una raffinata manifattura dai disegni minuti spesso con motivo del garofano stilizzato, su particolari schemi a fasce od a righe, oppure a strisce verticali, utilizzatissimo il motivo a Boteh di ispirazione persiana.

Presentando le manifatture dell’Anatolia orientale non si può tralasciare la vasta produzione di tappeti ad opera delle popolazioni curde; sparsi in tutti i villaggi i Kurdi appartengono a varie tribù; ogni famiglia, peraltro numerosissima, ha storie e provenienze differenti; abbiamo i gruppi provenienti dal nord-est che annodano tappeti di chiara ispirazione caucasica, altri nell’area di Van dediti a tessiture dai disegni minuziosi, sempre geometrici ma più vicini agli impianti persiani di Senneh.

Altri ancora annodano tappeti dai grandi disegni geometrici coloratissimi, dagli insoliti verdi brillanti che ci ricordano le antiche manifatture di Damasco.

Al centro sud dell’Anatolia orientale troviamo il grande centro di raccolta di Malatya; qui la maggior parte della tessitura è dedicata al kilim; in quest’area sono usati i disegni più fantasiosi e i più svariati materiali, quindi è veramente difficile stabilire una costante tecnica che li contraddistingua.

Nella Turchia meridionale e più precisamente nella provincia di Mersin il distretto di Mut non si affaccia direttamente sul Mare Mediterraneo di fronte a Cipro per questo l’attività principale è quella pastorizia praticata sulle montagne del Tauro. Quest’area fu occupata dagli Ittiti, dai Selgiuchidi, dai Greci e dai Romani; tornata sotto i Bizantini fu più volte conquistata dagli Arabi ed infine dai Turchi. Qui è stato annodato questo vecchio pezzo particolarmente carino che raccoglie un po’ tutte le caratteristiche dei kilim tessuti in quest’area.

I gruppi tribali Aidinili che tessevano questi pezzi dall’ordito in pelo di capra marrone e trama in lana sono gli Honamli.

Per concludere il nostro viaggio in Anatolia dobbiamo andare ad Adana (anticamente Antiochia, provincia romana della Cilicia) dove venivano raccolti i kilim tessuti nell’estrema parte sud-orientale; questi ultimi in genere vengono chiamati Aleppo dal nome della famosissima città siriana riccha di storia antica.