Tappeto Persiano

E’ il tappeto annodato a mano per antonomasia.

Definiamo antichi i tappeti annodati prima della guerra del 1915/18.

La caratteristica comune di questi pezzi è quella di avere le lane filate a mano tinte con colori vegetali, animali o minerali e non con coloranti chimici. Fanno eccezione alcuni rari casi in cui sono state usate, limitatamente ad alcuni colori di facilissima individuazione, le prime tinte all’anilina; in questi pezzi risulta evidente il tentativo di impreziosire il tappeto con un colore di grande effetto (bisogna pensare che allora queste tonalità venivano viste per la prima volta). Si tratta di casi rari ed eccezioni, la normalità è che quando troviamo colori all’anilina si tratta di tappeti più giovani che  classifichiamo nel gruppo dei persiani vecchi. I tappeti persiani antichi Saruk inseriti nel gruppo dei tappeti antichi sono stati annodati con colori vegetali fino al 1930.

Tra i tappeti antichi distinguiamo quelli annodati antecedentemente al 1883, questo periodo di tumultuosa rinascita del grande artigianato iraniano caratterizzato da un’incredibile finezza dell’annodato, dall’utilizzo di lane pregiate, dal vello rasato a pochissimi millimetri e da un’approfondito studio dei disegni. Il maestro Mothascem a Kashan, Hajji Jalili a Tabriz, Ahmad a Isfahan, Barekeh a Senneh hanno annodato le più conosciute manifatture dell’epoca.

Non di minore importanza sono stati gli Heriz armeni noti come Serapi, i tappeti di Sultanabad (la moderna Arak) noti oggi con il nome di Saruk-Ferahan ed i Kirman annodati a Ravar.

tappeto sultanabad persiano

E’ questo il periodo della grande esportazione e diffusione a livello mondiale dell’arte persiana dell’annodatura, la data 1883 non è presa a caso ma coincide con l’apertura a Sultanabad della manifattura Zigler.
Le manifatture di città generalmente annodate su telaio verticale, fini nell’annodatura e dalle trame compresse sono caratterizzate da disegni minuziosi studiati nei minimi particolari. Più naif, stilizzati ed ancorati a motivi arcaici i tappeti annodati nei villaggi.

Distinzione per area geografica:

A Nord-ovest, Iran Nord-occidentale , i Tappeti annodati nell’Azerbaijan iraniano:

  • Bakshaish
  • Karadjeh, Meshkin
  • Sarab
  • Ardebil
  • Teheran
  • Kelardasht
  • Semnam Tabriz
  • Heriz

A Nord, Iran Settentrionale:

  • Teheran
  • Kelardasht
  • Semnam

A Ovest, Iran Occidentale
Senneh

  • Bidjar
  • Baktiari
  • Amadan
  • Saruk
  • Sultanabad
  • Lillian
  • Mahal
  • Mushkabad
  • Ferahan
  • Mishan
  • Josan
  • Serabend
  • Malayeu

Ulteriormente divisi in:

  • Tappeti annodati sull’altopiano del Ferahan
  • Tappeti Kurdi e di area kurda
  • Tappeti di area Bakhtiari
  • Tappeti di area Hamadan

Iran Centrale:

  • Kashan
  • Isfahan

A Sud Iran Meridionale:

  • Kirman
  • Shiraz
  • Ed i tappeti annodati dalle popolazioni Kaskai Afsciari, Kamseh

Ad Est Iran Orientale e Khorassan

  • Meshed( Mashad)
  • Dorosh
  • Birjand
  • Muskabad

Distinzione per epoca di annodatura

 

Tappeti antichi

Vengono definiti antichi i tappeti annodati prima della guerra del 1915/18.

La caratteristica comune di questi pezzi è quella di avere le lane filate a mano tinte con colori vegetali, animali o minerali e non con coloranti chimici. Fanno eccezione alcuni rari casi in cui sono state usate, limitatamente ad alcuni colori di facilissima individuazione, le prime tinte all’anilina; in questi pezzi risulta evidente il tentativo di impreziosire il tappeto con un colore di grande effetto.

Si tratta di rari casi ed eccezioni, la normalità è che quando troviamo colori all’anilina siamo in presenza di pezzi più giovani che è più opportuno classificare nel gruppo dei persiani vecchi. Un’altra eccezione riguarda i tappeti di Saruk annodati con colori vegetali fino al 1930 e per questo vengono normalmente inseriti nel gruppo dei tappeti antichi.

Tappeti Annodati tra la Guerra del 1915/18 e l’Ultima Guerra

Vengono definiti vecchi i tappeti annodati tra le due guerre, in genere le lane sono ancora filate a mano ed i colori risultano molto gradevoli in quanto stemperati dal tempo. In molti pezzi di villaggio troviamo ancora usati alcuni colori vegetali ma la scelta effettuata all’epoca di tingere le lane in un modo o nell’altro era di natura esclusivamente economica (si usava quello che si aveva a disposizione). Meskin, Karadjeh, Heriz, Tabriz, Zandjan, Koltuk (Koltok), Mazlagan, Tafresh, Saveh, Hamadan, Lori, Luri, Mossul, Bordjalou, Angelas, Djosan, Malayer, Mahal, Lillian, Vis, Bakhtiari, Kashan, Natans, Aroon, Meimeh, Joshegan, Najafabad, Yazd, Kirman, Afshari, Shiraz, Abadeh, Kaskai, Sirdjan, Mud, Beluc

 

Manifatture dei Primi Decenni del XX secolo

La caratteristica comune di questi pezzi è la ricerca della definizione del particolare realizzata con lo studio minuzioso del disegno, l’accostamento di infinite sfumature di colore e soprattutto una grande densità dell’annodatura. I raffinatissimi esemplari annodati in questo periodo avevano più fili di trama di diverso spessore sapientemente battuti con il pettine di ferro; questa tecnica conferiva al tappeto una straordinaria morbidezza.
I luoghi di produzione e di conseguenza i nomi dei tappeti, famosi anche per l’uso della seta, sono anche i più conosciuti: Isfahan, Nain, Kum (Goom), Kirman, Kashan, Tabriz. Purtroppo sono difficilmente reperibili.
Attenzione! Queste manifatture hanno iniziato una produzione su larga scala con l’insediamento della Repubblica Islamica e riversato sul mercato europeo a partire dal 1982 una enorme quantità di tappeti dalla qualità discutibile a prezzi progressivamente decrescenti.

 

Tappeti Anatolici e Turchi

Data la vastità dell’argomento cercherò di essere il più sintetico e conciso possibile.

Nella penisola anatolica, politicamente l’attuale Turchia, vivono diversi gruppi etnici; i più numerosi sono I turchi ed i kurdi mentre gli armeni, un tempo numerosi, si sono drasticamente ridotti per i tragici eventi del 1915.

I tappeti delle popolazioni anatoliche sono, nella quasi totalità dei casi, annodati con il nodo simmetrico detto appunto nodo turco o turchibaff.  Le trame dei pezzi antichi di villaggio, nomadi o seminomadi sono sempre di lana. Diverso, come vedremo, il discorso per le grandi manifatture di città.

 

Anatolia Occidentale

Indicativamente va dalla Tracia, Turchia europea, fino ad Ushak.

Ricordiamo innanzitutto le prestigiose manifatture Kumkapu in seta fatte annodare da maestranze armene alla fine del XIX secolo; passiamo poi ad Herekè dove nel XX secolo prosegue la tradizione di annodare tappeti finissimi in seta dal disegno di ispirazione persiana.

Lasciamo la provincia di Kokaeli e, costeggiando il mar di Marmara troviamo la provincia di Bursa dove venivano annodati i Panderma spesso a disegno preghiera con tinte pastello. Proseguiamo sulla costa in direzione di Cianaklkale; quì troviamo bei pezzi a disegno geometrico e colori vivaci.

Sulla parte opposta dello stretto c’è Sharkoy, area dove vengono annodati bellissimi tappeti Kilim noti anche con il nome di Bessarabian.

Siamo ora nell’area archeologica di Troia proclamata patrimonio dell’umanità dall’UNESCO nel 1998. In quest’area: Balikesir, Yagcibedir, Kozak (purtroppo devo dire che non ho mai visto un bel tappeto di Kozak, tanto da dubitare che ne possano esistere.)

Annodati in quest’area, i tappeti Avunia, che vengono generalmente raggruppati sotto il nome di Pergamo, l’antica Bergama romana, e i tappeti di Ghiordes, la città che ha dato il nome all’annodatura simmetrica; effettivamente merita questo riconoscimento in quanto sono stati annodati qui dei veri capolavori per finezza e purezza del disegno.

Passiamo il Gediz e da Izmir, l’antica Smirne, dove venivano annodate tra la fine del XIX° e l’inizio del XX secolo, splendide preghiere dai colori vivaci con l’utilizzo frequente dei primi colori all’anilina che donano quel tocco in più di vivacità al tappeto.

Da qui, prima di recarci ad Ushak, passando per Kula, facciamo una panoramica sui tappeti annodati nel sud-ovest.

Di Aydin e  Denizili  ricordo con piacere alcuni bellissimi kilim.

Assolutamente stupendi, raffinati e fini nell’annodato i tappeti di Melas presentano molto spesso il disegno mihrab e motivi di lontana origine turcomanna, trama in lana e vello luminoso. Nell’antica città di Makrì, di fronte all’isola di Rodi, venivano annodati anche piccoli formati dai disegni geometrici stilizzatissimi, spesso caratterizzati da uno stupendo blu vegetale di fondo; nel 1923 la città ha cambiato nome ed ora si chiama Fethiye; chiameremo quindi Makrì i pezzi del XIX secolo e Fethiye i manufatti del XX .

A Kula, grande centro di produzione e raccolta, i tappeti del XVIII secolo, cupi e spenti, presentavano quasi sempre un disegno mihrab a nicchia semplice; i pezzi del XX secolo invece riprendono più spesso il motivo a doppia nicchia ed hanno colori più tenui e lane scadenti.

Siamo giunti così alla nostra meta: Ushak! Quì nel XVII secolo venivano annodati grandi tappeti turchi destinati alle famiglie nobili europee.

I disegni di questi capolavori, divenuti famosi per la loro bellezza, molto spesso li troviamo nei dipinti dell’epoca; gli esemplari dal disegno di bordura detto a fasce di nodi prendono il nome di Holbein, famosissimo il disegno detto ”Lotto” in quanto costantemente riprodotto dal pittore Lorenzo Lotto; bellissimi comunque i tappeti Ushak dal grande medaglione, i pezzi con stilizzato il motivo “fasce di nuvole”, gli Ushak “bianchi “, gli  Ushak a stelle,  gli Ushak ad uccelli detti anche Ushak Selendi e quelli a macchie di leopardo detti Citammani anch’essi annodati per lo più nel villaggio di Selendi.

Uno tra i più famosi Ushak lo si può ammirare al museo islamico di Berlino; fu ritratto nel quadro “ attrazioni contrapposte” dipinto da un allievo di Heinrich von Angeli di nome Carl Probst che lasciò il quadro al maestro. Nel 1904 Wilhelm Von Bode aprì la sezione di arte islamica al museo di Berlino e si ricordò della splendida preghiera a fasce di nuvole regalata anni addietro all’amico Henrich che nel frattempo era deceduto, decise quindi di ricomprarla dalla vedova Angeli. Questo Ushak è noto con il nome di “Angeli-Bode”.

Per completare il panorama dei tappeti dell’Anatolia occidentale dobbiamo ricordare i tappeti  di Isparta, di Yuntdag e di Doshemealti.

I tappeti Yagcibedir non prendono il nome da una località ma venivano annodati nei dintorni di Balikesir.

 

I Tappeti Turchi-Europei

Nel 1541 la Transilvania (regione europea dell’attuale Romania centrale e nord-occidentale) fu conquistata dagli Ottomani e divenne Principato sotto il protettorato turco.

Nelle chiese protestanti luterane e calviniste della Transilvania sono stati rinvenuti preziosi tappeti di chiara origine anatolica; questi pezzi prendono il nome di Transilvania e si suppone, date le caratteristiche dei motivi, spesso a doppia nicchia o dal fondo bianco, che possano provenire dall’area di Ushak.  Addirittura possiamo trovare in alcuni esemplari motivi arcaici di chiara origine turcomanna come piccole corone Kotchak,  foglie lanceolate o primitive interpretazioni del motivo medacil.

 

I Tappeti dell’Anatolia Centrale

Nel 1097 i Selgiuchidi fondarono il sultanato di Konia che comprendeva tutta l’Anatolia centrale, dalle città portuali di Antalya e Alanya ai centri di Sivas e Kayseri.

Ogni trenta chilometri costruirono caravanserragli per offrire rifugio sicuro alle carovane di mercanti.

Elenco di seguito le manifatture più importanti ed anche alcune piccole che mi hanno colpito in modo particolare.

Ai tappeti di Yuruk annodati in tutta la parte dell’Anatolia centrale a sud di Ankara fino a Konia è veramente difficile attribuire un’origine presso un villaggio preciso; questi pezzi, annodati dai nomadi Yuruki, infatti sono molto liberi nella composizione del disegno e poco influenzati dal luogo in cui si sono stanziate le singole tribù.

A Konia  troviamo splendidi esemplari coloratissimi, talvolta rigidamente geometrici, in altri casi più floreali, lane luminose ed ovviamente trame in lana e nodo ghiordes; splendidi anche gli Yatak-Konia ed i rari esemplari Yuruki-Konia. Riconoscibilissimi dal lungo medaglione centrale i tappeti do Yahyali giocati sui blu, sui gialli e sui toni bruniti del rosso.

Sulla strada da Kayseri per Nigde scendendo verso sud-ovest si trova il villaggio di Tashpinar; i tappeti qui annodati si distinguevano in quanto erano i più concentrati nell’annodatura di tutta l’area, purtroppo questa tradizione si è persa nel XX secolo.

Ricordando i tappeti di Sivas imitatissimi dai Rumeni e dalle manifatture bulgare degli anni ‘70, ci piace citare i Sharkishla  ed i bellissimi kilim tessuti a Reyhanli ed a Obruk. Devo confessare che purtroppo non mi è mai capitato di poter vedere una Saf antica, questo bellissimo disegno dalla Mirhab disposta in modo trasversale rispetto all’asse del tappeto lo ho sempre riscontrato in pezzi più recenti e di scarsa qualità; ho avuto modo di apprezzare solamente alcune belle fotografie di Mudjur dal disegno Saf.

A proposito di Mudjur, guardate questo straordinario esemplare della mia collezione.

Tra Eskishehir ed Ankara a Mihaliccik c’è stata una bellissima manifattura che, anche se più grossolana della media nell’annodato, si è distinta per la particolare fantasia dei disegni sia floreali che geometrici.

I tappeti annodati nei dintorni di Nigde, in genere raccolti a Giamardi, vengono definiti con il nome di Maden, in effetti, villaggi con questo nome sono sparsi in tutta la Turchia e questo consente di annodare anche tappeti dal disegno non strettamente legato alla tradizione.

Anche Ladik è il nome di due villaggi anatolici. Uno, il principale, si trova a quaranta chilometri a Nord di Konia, qui si insediò un’antica tribù turcomanna, della quale resta traccia nelle famose preghiere di Ladik.

Anche i tappeti annodati nell’altro villaggio dal nome Ladik che si trova sul Mar Nero hanno le medesime caratteristiche; il villaggio, infatti fu fondato da un ramo della antica popolazione che da Ladik nell’Anatolia centrale migrò verso Nord. Gli studiosi amano dividere questi tappeti in tre gruppi; io ne distinguo solo due: i Ladik con la Mihrab a triplice cuspide e quelli a colonna. I tappeti detti Ladik-Konia li chiamo Konia dal motivo Ladik anche se comprendo chi, facendo questa distinzione, vuole sottolineare l’origine turcomanna di questi splendidi esemplari antichi.

Spesso ai tappeti raccolti nell’area di Afyon viene dato il nome di Kutahya in quanto l’antica città di Cotyaeum è conosciuta e ricchissima di storia, palazzi e moschee; sta di fatto che sotto questa denominazione si possono trovare kilim e tappeti di grande fascino come i Kutahya-Yatak spesso dal bel disegno gol Memling ed i Kutahya-Kurd con influenze curde.

Città dall’antichissima storia, Kayseri fu la Mazaka degli Ittiti, l’Eusebia e poi Cesarea dei Romani, infine conquistata dai Selgiuchidi divenne Kayseri. Il grande successo commerciale dei tappeti prodotti nella seconda metà del XX secolo, spesso di scarsa qualità, annodati con l’utilizzo di cotone mercificato o di iuta trattata, ha reso introvabili i pregiati pezzi antichi. Qualche bel tappeto a preghiera è possibile trovarlo a Kirshehir, villaggio di origine Ittita come Kayseri ma meno contaminato dalla produzione seriale e, benchè si trovi in un luogo di passaggio, rimasto più fedele alla tradizione.

Le preghiere annodate a Karaman devono passare per Karapinar dove si mescolano con la produzione locale, quindi ci si dimentica di fare la distinzione tra le prime, originali e fantasiose, e le altre più geometriche.

Appartenenti all’Anatolia centrale anche i tappeti di Fertek, Doshemalti, Derekoy e Avanos; in generale in ogni piccolo villaggio in Turchia venivano annodati bei tappeti, solo alcuni di questi villaggi hanno avuto l’onore di passare alla storia, spero di non averne tralasciati.

 

Tappeti dell’Anatolia Orientale

La configurazione del territorio, un altopiano vasto ed aspro con catene montuose di recente formazione instabili dal punto di vista sismico, influenza notevolmente la produzione di tappeti; in questa vasta area, essendo il pascolo di capre e pecore, il nomadismo o seminomadismo di tipo transumante l’attività prevalente, va da sé che l’annodatura dei tappeti fosse capillarmente diffusa in ogni villaggio ad opera di piccoli gruppi tribali.

Vista questa situazione, mi limiterò a citare i villaggi-centri di raccolta dove confluivano le manifatture di villaggio.

Erzerum, ad esempio, al centro dell’Anatolia orientale (a nord del lago Van, ad est del monte Ararat), un tempo abitata da popolazioni armene è famosa per le bellissime preghiere dai prevalenti toni del giallo e del verde, ma anche per i kilim, i djidjim o cicim; fino a pochi decenni fa era ancora possibile trovare qualche stilizzatissimo tappeto dai bellissimi motivi di origine Avar.

Nell’estrema parte orientale ai confini con la Georgia e l’Armenia, Kars, capoluogo di provincia, nel tempo passò ripetutamente da principato armeno alla Turchia e alla Russia; il risultato di questi continui cambiamenti è stato quello di togliere un’identità specifica ai tappeti qui annodati, infatti troviamo pezzi di ispirazione caucasico-armena accanto a tappeti dal gol Memling di origine turcomanna, in ogni caso quasi sempre di scarsa cura nella fattura e con poco riguardo alla qualità dei materiali.

Raffinati ed eleganti i kilim tessuti da tribù Yuruk raccolti nella vicina Kagizman; spesso non viene riportato il nome di questo villaggio ma ci si limita a definire Yuruk i tappeti qui raccolti.

Sempre in territorio Yoruki a Sivas e nei villaggi circostanti si è sviluppata una raffinata manifattura dai disegni minuti spesso con motivo del garofano stilizzato, su particolari schemi a fasce od a righe, oppure a strisce verticali, utilizzatissimo il motivo a Boteh di ispirazione persiana.

Presentando le manifatture dell’Anatolia orientale non si può tralasciare la vasta produzione di tappeti ad opera delle popolazioni curde; sparsi in tutti i villaggi i Kurdi appartengono a varie tribù; ogni famiglia, peraltro numerosissima, ha storie e provenienze differenti; abbiamo i gruppi provenienti dal nord-est che annodano tappeti di chiara ispirazione caucasica, altri nell’area di Van dediti a tessiture dai disegni minuziosi, sempre geometrici ma più vicini agli impianti persiani di Senneh.

Altri ancora annodano tappeti dai grandi disegni geometrici coloratissimi, dagli insoliti verdi brillanti che ci ricordano le antiche manifatture di Damasco.

Al centro sud dell’Anatolia orientale troviamo il grande centro di raccolta di Malatya; qui la maggior parte della tessitura è dedicata al kilim; in quest’area sono usati i disegni più fantasiosi e i più svariati materiali, quindi è veramente difficile stabilire una costante tecnica che li contraddistingua.

Nella Turchia meridionale e più precisamente nella provincia di Mersin il distretto di Mut non si affaccia direttamente sul Mare Mediterraneo di fronte a Cipro per questo l’attività principale è quella pastorizia praticata sulle montagne del Tauro. Quest’area fu occupata dagli Ittiti, dai Selgiuchidi, dai Greci e dai Romani; tornata sotto i Bizantini fu più volte conquistata dagli Arabi ed infine dai Turchi. Qui è stato annodato questo vecchio pezzo particolarmente carino che raccoglie un po’ tutte le caratteristiche dei kilim tessuti in quest’area.

I gruppi tribali Aidinili che tessevano questi pezzi dall’ordito in pelo di capra marrone e trama in lana sono gli Honamli.

Per concludere il nostro viaggio in Anatolia dobbiamo andare ad Adana (anticamente Antiochia, provincia romana della Cilicia) dove venivano raccolti i kilim tessuti nell’estrema parte sud-orientale; questi ultimi in genere vengono chiamati Aleppo dal nome della famosissima città siriana riccha di storia antica.

 

Tappeti Caucasici Antichi

Sono tra i più ricercati dai collezionisti, annodati tra l’ultimo quarto del XIX secolo e la guerra del 15/18 su ordito di lana con telaio orizzontale da popolazioni seminomadi. Non raggiungono, se non in rarissime eccezioni, larghezze superiori ai 170 cm e hanno quasi sempre il disegno geometrico. Il valore commerciale dipende oltre che dalla rarità del tappeto e dalle misure (importantissima la larghezza), dallo stato di conservazione, dall’epoca e dalla bellezza che si manifesta con una grande forza espressiva.

Tappeti del Caucaso Occidentale

I Kazak

tappeto kazak antico

Lori-Pampak, Sewan, Fachralo, Karaciof, Bordjalou, Shulaver, Lambalo, Shikli

Inoltre vi sono Kazak noti per il particolare disegno:
Kazak a Stelle, Kazak a svastiche, Kazak a preghiera, Kazak a poligoni e poligoni uncinati, Kazak ad alberi, Kazak a riquadri

TAPPETI DEL CAUCASO CENTRO-ORIENTALE

tappeto talish turco

Ghendjeh, Talish, Lenkoran, Mogan, Ciajli, Akstafa, Shirwan, Marasali, Bidjof,
Surahani, Tachte, Kila, Baku, Kuba, Karagashli, Konakhend, Ci Ci , Prepedil,
Seikhur, Zejwa, Daghestan, Derbend, Lesghi.

TAPPETI DEL CAUCASO MERIDIONALE

I Karabagh

karabagh tappeto caucasico

Ciondoresk, Celaberd, Kasim Ushag, Goradis

Inoltre: Karabagh a gol e gol con animali, Karabagh a preghiera, Karabagh a boteh, Karabagh ad herati e Karabagh a disegni modulari, Karabagh ad uccelli, Karabagh sciuscia ed altri disegni di ispirazione occidentale.

Tappeti Turcomanni Antichi

Passione di numerosi collezionisti, sono stati annodati dalle popolazioni nomadi Salor, Saryk, Tekke, Yomut, Ersari in una vasta zona a sud del lago d’Aral che costituiva l’antico Turkmenistan e Turkestan.

Gran parte del fascino di questi pezzi dipende anche dal mistero nel quale rimane avvolta:

L’interpretazione dell’origine dei disegni nei tappeti turcomanni

Possiamo distinguere questi motivi:

  • motivi di origine floreale
  • motivi di origine animale
  • motivi di origine cosmologica
  • motivi di origine mistica

Inseriti nel campo inoltre elementi:

  • propiziatori
  • antropomorfi
  • araldici.

Sono proprio questi ultimi, unitamente allo studio storico ed etnologico, ad aiutare i ricercatori nell’attribuzione dei disegni a gul al proprio specifico gruppo tribale.

Qui di seguito vi indichiamo:

Le tematiche più care agli appassionati:

  • Vero o falso che i ”gol “ (intesi come emblemi tribali) vengono mantenuti dalla tribù dominante?
  • La tribù sconfitta o comunque dominata adotta passivamente gli emblemi di quella dominante?
  • L’origine dei tappeti turcomanni è nomade o stanziale?
  • Erano status simbol o pratico oggetto d’uso?

Formati dei tappeti turcomanni:

  • Engsi – campo del tappeto suddiviso in finestre cuspidate
  • Salatshak – culla
  • Kapunuk –  mantovana per l’ingresso della tenda
  • Germesh – per ingresso spesso con trama in lana di capra.
  • Chuval – borse grandi
  • Torba – borse da trasporto ( generalmente tessute in coppia)
  • Mafrash – borse da tenda di piccolo formato con tessuto piatto sul rovescio
  • Boske – borsa dalla forma di busta annodata o tessuta in un unico pezzo.
  • Elem – grembiule del Chuval
  • Khalyk – ornamento del cammello della sposa o drappo nunziale
  • Asmalyk – coperta per fianchi del cammello

Il carattere mitico e rituale dei disegni turcomanni

L’albero, secondo la tradizione sciamanica, il cielo e la terra sono collegati tra loro da un albero posto al centro della terra, l’albero deve aiutare il nostro spirito a scalare la via del cielo, i rami dell’albero rappresentano le progressive tappe per arrivare al cielo.

Nella tradizione islamica, collegato a questa concezione è il cosidetto “albero della vita” che viene posto al centro del paradiso.

L’uccello simbolizza il volo dello spirito.

L’ariete gioca un ruolo importante nel totemismo delle popolazioni turcomanne perché è il luogo di reincarnazione degli avi e simbolo di forza anche quindi simbolo di forza sovrannaturale o del destino.

Questi disegni nel tempo hanno subito diversi cambiamenti senza mai mutare la loro natura, sono diventati stilizzatissimi fino quasi a non essere più riconosciuti per tornare poi ad essere palesi.

Il motivo ad “albero con posato un uccello” nei tappeti turcomanni si è stilizzato fino a diventare un motivo “albero-uccello” con “rami-ali” e “corpo-tronco”; L’ariete si è stilizzato come motivo “kotchak” o come serie  a corona di corna d’ariete.

Così come lo studio della lingua latina aiuta ad approfondire la conoscenza di Italiano, Francese Spagnolo e delle altre lingue appunto neolatine, lo studio dei motivi dei tappeti turcomanni riveste un’importanza strategica per la conoscenza di tutti i motivi dei tappeti orientali.

Denominazioni più Frequenti date ai Motivi dei Tappeti Turcomanni

  • Motivi Kedjebe
  • Motivo Chatmos
  • Bordura Kotchanak
  • Motivi a catena di rombi uncinati
  • Motivo Charch Palak
  • Motivo Gellin-Barmak
  • Motivi a stella
  • Motivi a stella dei medi (otto punte)
  • Motivi a rosetta
  • Motivo a tre germogli
  • Motivo gol romboidale
  • Motivo gol Memling dall’omonimo pittore tedesco
  • Motivo a fascia di nodi ad effetto gotico
  • Motivo gol Shemle ( interpretato come lampada della preghiera o come motivo a palmette)
  • Motivo Naldag (a croce con uncini)
  • Motivo a gol scalettati
  • Motivo Gas-Ajak
  • Motivo Hachlou (classica suddivisione in quattro pannelli)
  • Motivo Sainak (Bordo che si sviluppa su tre lati)
  • Motivo Chemche
  • Motivo Ak-Su
  • Motivo Aina-Kotchak
  • Motivo Ashik
  • Motivo Aineh
  • Motivo Shelpe
  • Motivo kurbaghe
  • Motivo Gol Aidi
  • Motivo Albero Gapyrga
  • Motivo Corone Dagdan
  • Motivo gol Sekme
  • Motivo Bordura chaikelbagi
  • Motivo Namazilik (a mihrab cuspidato)
  • Motivo gol Kepse
  • Motivo “Aquile di Yomut”
  • Motivo cinese Tao-tie
  • Motivo Atanak
  • Motivo gol Dyrnak
  • Motivo Gol C ( piccole forme a c all’interno del gol)
  • Motivo ad alberi Ak-Nagish
  • Motivo Syrga
  • Motivo Pekvesh
  • Motivo Medachyl
  • Motivo a punta di freccia
  • Motivo con gol Erre
  • Motivo Ashik con spirale uncinata
  • Motivo Aiyly
  • Motivo Ertmen
  • Motivo Judur
  • Motivo Gulli gol
  • Motivo Ak-Gaimak
  • Motivo gol-Gaimak
  • Motivo Minah-Khani
  • Motivo Herati
  • Motivo a fascia di nuvole
  • Motivo gol Jagal-Bayli (gul dei falchi in volo)
  • Motivo Boteh
  • Motivo Saf (successione di Nirhab disposte trasversalmente)
  • Motivo T’chi
  • Motivo Draghi nel cielo
  • Motivo Keyhole (buco della serratura)

Il tappeto Bukara

tappeto bukhara grande

Lo troviamo scritto : “Bukara” o Bukhara o Bookara o Bokara o Bokhara .

Prende il nome dalla omonima città dell’Uzbekistan o Uzbekhistan, per secoli una delle più importanti città centro asiatiche, distrutta durante l’invasione mongola da Genghis Khan, fu in seguito sotto l’influenza del grande condottiero Tamerlano che, nato a Kish vicino a Samarkanda,   conquistò Persia, Armenia, Georgia, Anatolia, Siria ed anche parte dell’India.

I tappeti di Bukara sono annodati dalle popolazioni turcomanne.

Le manifatture che hanno reso famosi al mondo questi pezzi sono quelle volute dal Cremlino durante la dominazione sovietica; infatti ancor oggi quando si vuol sottolineare che un tappeto di Bukara è originale ed autentico si dice appunto Bukara Russo.

Diverso discorso meritano i tappeti a disegno Bukara, ne sono stati annodati in tutte le epoche ed in ogni parte del mondo. Troviamo questo motivo in Turchia, in Iran, specialmente nell’area di Mashad ( ricordo che siamo in Khorassan quasi ai confini con l’Afganistan). Per non parlare delle produzioni afgane, indiane e cinesi, ritroviamo annodato questo motivo persino dalle popolazioni berbere; oggi esistono anche “Bukara”di manifattura vietnamita, cambogiana e tailandese.

Ho volutamente tralasciato l’annodatura pachistana dei tappeti a disegno Bukara in quanto merita un approfondimento diverso se non altro perché quantitativamente rappresenta il novanta per cento dei tappeti annodati con questo motivo.

Troviamo Bukara detti dorè fatti con lane australiane, Bukara kascemir, Bukara Kascemirian, a vello alto o rasatissimi, dal finissimo nodo o dal mezzo nodo senneh, con lane di primissima scelta o addirittura con l’utilizzo di lane di animali da macello. Da Pesciawar a Karaci, dalla Daria alle città portuali sull’Oceano Indiano, specialmente nel periodo tra gli anni ’60 e 90 il classico motivo a gul di Bukara ha imperversato.