tappeto kashan vecchio

Non puoi tralasciare la Moschea Masjed-i Agha Bozorg commento in francese.


Sempre in francese  Le jardin de Fin à Kashan qualche kilometro fuori città.

Copio di pari passo una nota sui tappeti Kashan presa da Il Sole 24 Ore edizione Casa

 

I Tappeti Kashan

Kashan, nome magico che ogni serio mercante di tappeti pronuncia con rispetto e timore reverenziale.
Ma anche specchietto per le allodole, che i mercanti meno seri utilizzano per dare valore a manufatti che valore non hanno. La città di Kashan, infatti, ha senza dubbio dato vita a una della manifatture più importanti (forse la più importante in assoluto) di tutta la Persia. Ancora oggi si annodano tappeti che portano il nome degli antichi tesori realizzati da Mohtashem e dagli altri grandi maestri che hanno fatto la storia del tappeto persiano dell’Ottocento. Ma in comune, purtroppo, c’è solo il nome.

Le manifatture contemporanee solo in qualche caso mantengono un alto livello qualitativo, mentre in genere si tratta di manufatti buoni, ma nulla di più. I mercanti poco seri cercano di attribuire un valore superiore al tappeto proprio dicendo: “É un Kashan”. Ma chi acquista non deve lasciarsi condizionare dal nome, soprattutto quando si tratta di un tappeto moderno: occorre sempre e comunque valutare la qualità.

Le caratteristiche dei Tappeti Kashan

I Kashan presentano alcune caratteristiche comuni, ma tra queste non compare il formato, perché si può spaziare da esemplari di un metro per un metro e mezzo fino a “colossi” da 5-6 metri per 3-4 metri. Più semplice codificare invece i colori, che spesso presentano nel fondo del campo diverse tonalità di rosso, azzurro, avorio e beige. Ed è importante notare che l’enorme varietà di colori utilizzata per i singoli disegni è così ben abbinata da non dare mai al tappeto un aspetto vistoso.

Se è vistoso ci sono due possibilità: non è un Kashan, oppure è un pessimo Kashan.

I disegni sono floreali e presentano tralci, palmette, fiori e foglie che circondano il medaglione centrale in genere dotato di pendenti. Interessanti anche i tappeti figurati, che però sono meno apprezzati sul mercato Occidentale. La densità del nodo varia in genere dai 200mila al milione di nodi per metro quadro, con trama e ordito in cotone o più raramente in seta. Proprio questa enorme differenza nella finezza dell’annodatura permette di definire il valore del tappeto: nelle manifatture contemporanee, che sono di tipo industriale, più nodi significano infatti più tempo per realizzare il tappeto. E quindi un costo maggiore, solo per il semplice calcolo delle ore impegnate per portarlo a compimento.

Galleria di alcuni dei tappeti Kashan più belli che Morandi Tappeti ha selezionato e raccolto all’interno della collezione di tappeti persiani antichi e vecchi.

Il tappeto Kashan con medaglione centrale immortalato in questa fotografia (che mai potrà rendere quanto dal vivo) è stato annodato con lane australiane acquistate dagli inglesi tra il 1880 ed il 1900 e viene infatti considerato tra i più bei tappeti persiani di tutti i tempi. Non solo la straordinaria qualità delle lane ma anche il colore, ottenuto usando fermenti lattici per degradare il rosso robbia e la straordinaria annodatura, ineguagliabile ai nostri giorni, hanno contribuito ad alimentare la più che meritata fama di questa manifattura. Per equilibrio cromatico, proporzioni e stato di conservazione è ineccepibile. Essendosi perfettamente conservato senza aver mai visto la mano di un restauratore, questo raro e straordinario tappeto Kashan ha mantenuto la luminosità originale delle lane arricchendosi di leggere sfumature di colore nel campo del tappeto, sono queste una anticipazione di abrash che renderanno ancor più affascinante questo tappeto.

Questo Kashan è uno di quei tappeti Kashan che subito risaltano all’occhio per il colore rosso così dominante. Nel 1910/1920 nella città di Kashan venivano apprezzati i tappeti del noto maestro Dabir, la cui meritata fama ha resistito fino ai nostri giorni e fa sì che qualsiasi tappeto annodato all’epoca venga attribuito alla sua mano. Quando si parla di tappeti di manifattura antica non è possibile essere certi al 100% di alcune caratteristiche tecniche che rimangono a noi un mistero, ma la bellezza e la qualità di questo tappeto sono evidenti anche senza l’attribuzione al maestro Dabir, che peraltro è plausibile.

In quest’altra fotografia è possibile ammirare la chiara bellezza di questo straordinario tappeto. Realizzato con lane australiane, note in Iran come lane Manchester, che non sono state tinte con il classico rosa Dughi, ha subìto un diverso e particolare trattamento per ottenere dei colori così delicati: gli ustah si sono limitati a far degradare leggermente il rosso robbia ottenendo così questa tinta unica.

Ecco un altro tappeto annodato nella città di Kashan che adotta uno tra i motivi più classici di questa manifattura, ma che tuttavia presenta caratteristiche strutturali che fanno pensare all’apporto di annodatori kurdi provenienti dall’area di Bidjar. Robustissimo e compatto nel nodo, risulta aggraziato nel disegno: chiaramente rappresenta le migliori caratteristiche di due culture differenti. A renderlo ancora più interessante è il prezzo che lo rende accessibile non solo a collezionisti ma anche a piccoli appassionati di tappeti persiani che certamente ne sapranno cogliere le pregiate caratteristiche.

I tappeti Kashan di Morandi Tappeti sono tappeti persiani, ma è bene ricordare che tra i tappeti persiani esistono diverse modalità di classificazione. Classifichiamo per esempio i tappeti persiani in base all’epoca di annodatura: tappeti persiani antichi, vecchi, nuovi e moderni. I tappeti persiani possono essere antichi se annodati prima della guerra del 1915/18, vecchi se si tratta di tappeti realizzati con colori all’anilina, moderni se invece sono di recente manifattura. I tappeti persiani prendono il nome anche dalla città od area di annodatura e possono essere divisi per le zone di provenienza, proprio come è stato fatto in questo articolo dedicato ai tappeti Kashan.

Il Mercato dei Kashan

É bene distinguere tra tappeti antichi, risalenti al massimo al primo ventennio del secolo scorso, e tappeti più recenti. Con i tappeti antichi si compra quasi sempre bene, osservando ovviamente le solite cautele: lo stato di conservazione deve essere ottimo; i restauri non devono superare il 5% dell’intero manufatto e devono essere dichiarati per iscritto nella garanzia; si devono privilegiare i tappeti di alta qualità, magari spendendo qualcosa in più, perché avranno sempre mercato mentre quelli scadenti resteranno scadenti in eterno.

Tra i tappeti moderni è bene evitare quelli realizzati negli anni 80, perché in quel periodo tutte le manifatture persiane hanno conosciuto un pesante declino da imputare al conflitto Iran-Irak. Se possibile è meglio privilegiare gli esemplari degli anni 30, che possono avere in futuro qualche prospettiva di rivalutazione, anche se non come gli esemplari antichi, mentre tutte le altre manifatture contemporanee devono essere acquistate con il solo intento di decorare e arredare la propria casa.

In ogni caso si deve pretendere una garanzia dal venditore, e sarebbe preferibile comperare gli esemplari di maggior finezza, realizzati con più cura e in genere anche con un impianto grafico più gradevole.