Non svendete quel vecchio tappeto

Alcune considerazioni economiche in libertà.

 

 

L’altro giorno un mio amico si lamentava del fatto che il suo capitale, essenzialmente costituito da proprietà immobiliari, si sia, a suo vedere, svalutato della metà negli ultimi 20 anni.

 

Questo mi ha portato a fare alcune considerazioni di come si tende istintivamente a confondere il valore con il prezzo di mercato. In effetti ciò che è cambiato non è il valore dei suoi terreni, bensì il prezzo. Questo prezzo viene misurato in denaro. Il passaggio è breve, si è naturalmente portati a pensare in termini monetari con una equazione istintiva minor denaro  minor valore, come se il denaro avesse un valore intrinseco. È appunto la moneta, il denaro, falso dio, odierno vello d’oro che confonde le nostre menti.

Si! Può darsi il caso che essendosi il mio amico disinnamorato del proprio lavoro, il valore dei suoi terreni si sia, a suo modo di vedere, svalutato, ma questo solo a livello personale. Molto più realistico pensare che il valore dei suoi beni (qualsiasi valore si voglia considerare, di produzione, di utilità, d’uso o di scambio) sia rimasto lo stesso e che sia invece il denaro che, falsa unità di misura, ora dichiari un prezzo inferiore.

Ora torniamo al mio amico che desidererebbe ritirarsi avendo raggiunto una certa età, per lui il dio danaro ha molta importanza quindi finirà per cedere i terreni al nuovo prezzo barattando così qualche cosa di reale con uno strumento di misura alquanto labile, elastico, flessibile ed in ultima analisi senza valore.

Questo esempio mi serve per cercare di non farmi ingannare, Sapere che, al di la del valore che un persona attribuisce ad un bene, esiste ed è materiale e tangibile un valore concreto “epistemiologico” del bene stesso.

Per continuare il ragionamento devo fare alcune considerazioni su :

Distribuzione del denaro, potere e proprietà.

Possiamo vedere le cose da molteplici punti di vista, ad esempio se prendiamo in considerazione la proprietà, questa ci dà diritti sulle cose e i diritti ci danno il potere di esercitarli.

Se partiamo dal potere questo significa avere dei vantaggi con i quali saremo in grado di trasformarli in danaro o proprietà.

Se partiamo dal denaro le cose cambiano in quanto ciò che potremo fare con esso dipende dalla quantità, e questa non è questione di poco conto. Poco denaro ci consente di acquistare cose per soddisfare i bisogni essenziali ma tanto, tanto denaro significa anche tante proprietà, quindi diritti e potere.

Sappiamo perfettamente che la distribuzione della ricchezza che è sempre stata concentrata in poche mani, negli ultimi anni ha subito un’accelerazione esponenziale, che il ceto medio è sparito e la popolazione si divide ormai in due classi sociali: ricchi e poveri. Ora torniamo a considerare il valore delle cose, è di tutta evidenza che il valore cambia anche in base alla classe sociale di appartenenza; i ricchi attribuiscono valori giganteschi a opere d’arte mentre i poveri saranno sempre più disposti ad attribuire grande valore alle cose essenziali per la sopravvivenza. I grandi capitali potranno acquistare a prezzi in continuo calo le cose che a loro interessano mentre i poveri saranno costretti a cederle. Mi obbietterete che così è sempre stato, certo ma non nelle dimensioni  nelle quali si manifesta in questo momento. Come le proprietà fisiche cambiano a livello di un piano monomolecolare, così tutta la dottrina economica perde significato a questo livello di sproporzioni quantitative di massa monetaria.

Questo fenomeno del quale stiamo vedendo solo i primi effetti dovrebbe essere studiato a fondo non solo nell’interesse della più parte della popolazione che finirà per essere povera e molto indebitata ma anche per i superricchi che presto saranno poveri a vantaggio dei super super ricchi.  Alla fine i pochissimi potenti rimasti si scontreranno scagliandosi contro masse di poveri indebitati costretti a fare qualsiasi cosa.

 

Il valore delle cose, del denaro delle persone delle idee, della cultura, della morale.

 

Ben sappiamo che è impossibile attribuire un valore in senso quantitativo, cioè misurabile, alla morale, tantomeno possiamo farlo con la cultura, e chi si può permettere di misurare il valore di un’idea, per quanto balzana possa essere, per quanto errata non ci sarà mai la possibilità di quantificarne un valore.

Le persone prese nella loro totalità non sono mai misurabili, anzi se assumiamo che la somma algebrica dei loro difetti e dei loro pregi sia comunque uguale a zero, ecco che il valore risulta comunque indeterminato o zero o infinito, pensatela come volete.

Perché ci ostiniamo ad attribuire un valore alle cose o al denaro?

Vediamo i due casi separatamente

Attribuiamo valore al denaro in quanto lo possiamo barattare con beni o servizi, lo usiamo per misurare un certo tipo di valore dei beni. Oppure gli attribuiamo un valore-peso in quanto ci può procurare potere.

Ora se torniamo al ragionamento del mio amico che lamentava una diminuzione del valore dei suoi beni, ci rendiamo immediatamente conto di quanto siamo tratti in inganno.

È il danaro ad avere preso valore, il metro di misura del valore si è allungato e le cifre misurate sono quindi sempre più piccole.

Una volta, sul mercato rionale, i commercianti di uova più abili avevano mani che riuscivano ad afferrare contemporaneamente 4 uova mentre natura e tradizione vuole che una mano ne possa afferrare tre. Bene le grandi mani afferrano quattro uova e ne contano tre, pagano  tre.

Questo succede oggi. Ci fanno desiderare il danaro che ci paga 3 uova ma, la grande mano, se ne prende quattro.

Non svendete quel vecchio tappeto.

Moneta, cartamoneta, titoli ecc… ecc…

Ora, senza entrare nei particolari tecnici che poco conosco, è lampante agli occhi di tutti ormai che esiste  una massa monetaria fittizia che, attraverso sistemi come le cartolarizzazioni ed altri meccanismi finanziari, crea una grande massa di danaro “elettronico?” che, aumenta in modo esponenziale. Il denaro si è chiaramente distaccato dall’ avere la funzione di metro di misura, peraltro immensamente ballerino, delle cose e dei servizi; ma trova ragion d’essere solamente in se stesso e nell’aumento del proprio volume. Questo perverso sistema fa si che una minima parte di esso finisca per fare credito alle imprese ( significherebbe investimenti in ricerca, tecnologia ,scienza, lavoro, opere, ecce cc), o alle famiglie, aumentata velocità di circolazione della monete, invece la maggior parte di esso finisce per auto-alimentare il sistema finanziario che al posto  di favorire le imprese e le famiglie, succhia da esse i capitali per continuare la propria  corsa verso il potere. L’accumulo di risorse sottratte al cittadino, non crea più i presupposti necessari per un vero sviluppo.

Non svendete quel vecchio tappeto, anche se vi sembra che in questo momento il suo valore sia diminuito, non lasciatevi abbagliare, il valore di quel pezzo è sempre lo stesso, è solo la quantità di denaro che occorre per acquistarlo che è cambiata in quanto oggi è il denaro che si è apprezzato. Più precisamente è il vostro denaro che si è apprezzato, quello scarso.

Perché se questa è la situazione non si riesce a far affluire moneta nelle tasche della popolazione ?

Anche ammesso che possa esserci questa volontà ciò non è più possibile.

Vediamo di analizzarne le motivazioni.

Lo scontro di potere ad alti livelli tra le nazioni ma soprattutto tra grandi gruppi economici finanziari sta portando a vere e proprie guerre, combattute per conto terzi, con mercenari, e con immenso dispendio di energie, guerre combattute e guerre commerciali. Questo richiede di dover far fare sacrifici alla popolazione. Esattamente come un tempo quando il sovrano decideva di conquistare un nuovo territorio, rastrellava oro dalle tasche dei cittadini, es. Mussolini ha chiesto l’oro per la patria. Oggi le cose stanno esattamente allo stesso modo, solo che il sovrano si nasconde, non si fa vedere, agisce attraverso trust, fiduciarie, lobbisti, burattini politici ecc ecc

Il livello di criptatura del potere è altissimo, come i grandi capi mafiosi riuscivano e riescono tuttora ad esercitare il loro potere da improbabili nascondigli, così oggi il o i ”nuovi sovrani”, dai loro nascondigli hanno trovato il modo di tassare i cittadini senza che questi se ne accorgano, anzi riescono a far loro credere che fare sacrifici servirà al loro futuro, al futuro dei loro figli.

 

Non svendete quel vecchio tappeto, cercheranno di convincervi in tutti i modi.

Siate testardi non svendete! Avete un valore! Avete una personalità, una dignità! Non lasciatevi ingannare da pseudo ragionamenti economici, sono solo propaganda.

Fabio Morandi

Queste considerazioni le ho fatte appena prima che scoppiasse la crisi del #Coronavirus

Ora il mio pensiero va innanzitutto agli amici perduti in questa grave circostanza, ai loro famigliari e a tutti quanti soffrono, in casa, negli ospedali o ancor peggio legati ad una macchina respiratoria.

Sono passati alcuni giorni di lotta contro l’epidemia, la discussione sulle conseguenze economiche sono all’ordine del giorno su tutti i media. Permettetemi di commentare!

ADESSO BASTA

Basta piangerci addosso, basta chiedere soldi in prestito, basta lamentele, basta piagnistei.

Il dramma dei morti c’è , c’è stato e ci sarà ancora per qualche tempo.

Stiamo facendo di tutto per salvare i nostri cari, i nostri ammalati, i nostri vecchi.

Abbiamo riscoperto la solidarietà, la generosità il nostro grande cuore.

Sappiamo chi siamo, conosciamo la nostra forza, la nostra tenacia, la nostra grande volontà.

Siamo chiusi in casa da tempo e continueremo a starci. Non dimentichiamoci di una cosa fondamentale:

Abbiamo un cervello, una intelligenza brillante , una grande fantasia. Mettiamole a frutto!

Non vogliamo più trovarci in situazioni come questa!

La prossima volta che capiterà un evento di questo tipo dovremo farci trovare pronti, dovremo avere i mezzi culturali, morali e finanziari per poter sostenere la situazione con maggior tranquillità.

Parliamo di futuro!

Progettiamo il nuovo mondo!

Ricostruiamo la nostra società!

Ricostruiamo la nostra economia!

Cominciamo ad ipotizzare come potrebbero essere i primi piccoli passi per uscire in sicurezza dall’ isolamento, ognuno di noi cominci a progettare gli scenari di uscita.

Di che cosa sicuramente potremo aver bisogno?

La globalizzazione così come è stata sino ad ora potrà ancora essere sostenibile? Oppure andrà comunque ripensata?

Potremo ancora permetterci che le reti informatiche veloci non raggiungono ogni angolo del paese?

La distribuzione delle merci e dei servizi sarà ancora pensabile con le stesse caratteristiche o dovrà comunque essere ripensata?

Il nostro sistema produttivo dovrà essere rivolto solo al consumo ed allo spreco o potrà finalmente essere rivolto verso produzione di beni durevoli utili per almeno 20 anni?

Dovremo continuamente innovare secondo logiche modaiole o potremo guardare alla vera utilità delle cose.

La privacy sarà ancora una foglia di fico con la quale coprire le nostre vergogne? Ed in realtà continueremo ad essere nudi?

Il giornalismo potrà ancora a lungo reggersi sul catturare l’attenzione senza affrontare in profondità i problemi?

La politica potrà ancora permettersi di essere caccia al potere o dovrà proporre una nuova visione della società?

Scusate mi sono lasciato prendere la mano ed i pensieri si sono accavallati in modo apparentemente disordinato. Dobbiamo ripartire e le basi della nuova società debbono essere inserite adesso, ora  che i nostri cuori, provati dal dolore, sono ancora positivi e mossi da buone intenzioni.

Dal punto di vista finanziario, possiamo solo sperare che gli stati abbraccino in toto la strada indicata da Mario Draghi nell’articolo sul  Financial Times e ripresa dal Fatto Quotidiano

Ma dal punto di vista economico?

Vogliamo ricostruire lo stesso sistema pre coronavirus ? Oppure approfittare dell’opportunità che ci è data da questo momento storico e progettare un sistema economico più giusto, più sostenibile, più utile, solidale, equo, profiquo e di maggior soddisfazione per tutti.
Per questi scopi il sistema capitalistico così come lo abbiamo conosciuto potrà ancora rimanere alla base della nostra società?
A parte il fatto che non sappiamo ancora se reggerà l’impatto con la pandemia, dovremo fargli delle correzioni o necessiterà di un cambiamento radicale?
Visto che siamo in casa ed abbiamo tempo per pensare senza essere eccessivamente travolti dalla quotidianità e dalla routine, chiedo a tutti di riflettere su questi argomenti ed a ognuno di offrire le proprie soluzioni i propri progetti.
disilludiamoci che la politica ( quella che ci viene proposta dai media) possa offrirci soluzioni, noi comuni cittadini, con il nostro buon senso la nostra etica in un confronto diretto e sincero, possiamo trovare più soluzioni condivise di quante ce ne possono dare la politica (con la p minuscola) o i media ufficiali  il cosidetto “mainstream” .
Benché  affollato di domande più che di risposte, il mio pensiero d’istinto mi fa proporre una serie di indicazioni dettate dal buonsenso e dall’esperienza, cose pratiche immediatamente realizzabili.Ad esempio connessione ad internet a banda larga gratuita per tutti. Come deve essere libera l’aria, l’acqua, anche l’accesso alla conoscenza, alla cultura all’arte deve poter essere di tutti.Integrazione degli immigrati e ripopolazione delle aree montane. Non lasciare nessuno con le mani in mano per le nostre strade ma inquadrarli in un sistema educativo lavorativo per un periodo di formazione al termine del quale potranno ottenere la cittadinanza.Istruzione e creazione di posti di lavoro specialmente nel settore dei servizi e artigianato specializzato. Un sistema di educazione al lavoro sarebbe anche un’ottima occasione per un’istruzione etica, si dovrebbero spiegare bene che i concetti di solidarietà, fratellanza, coesione, mutuo soccorso, non sono mera retorica ma indispensabili per la vita civile e soprattutto vantaggiosi, convenienti per la società e per ogni singolo membro.Che senso ha essere ricchi in un mondo di straccioni, che senso ha avere denaro e potere ma essere odiati?Creazione di squadre di pulitori, raccoglitori di cartacce, spazzini, sanificatori ambientali e giardinieri.Restauro di borghi antichi, di casolari e cascine, ( si potrebbe studiare un piano per farli rilevare da parte dello stato e concederli in proprietà agli immigrati che dovrebbero prendersene cura, li ripagherebbero nel tempo.)Ripensamento di tutto il sistema terziario da integrare con piccole attività di servizio, blocco della diffusione della grande distribuzione dei mega centri commerciali a favore di piccole botteghe che potrebbero offrire un servizio migliore più capillare e occupare un gran numero di persone. Si potrebbe approfittare di una riorganizzazione della distribuzione per favorire veramente quello che viene definito km zero.Ripensamento della catena dei trasporti merci con la creazione di punti di interscambio nave-treno-camion-furgone. Ci sarebbe tanto da fare basta far ripartire un impiego redditizio delle risorse umane e finanziarie. Un servizio fatto bene genera reddito anche se non liquidità immediata.

Le risorse finanziarie in questo modo verrebbero investite, darebbero un ritorno. Siamo stati capaci di mobilitare un esercito di sanitari, li abbiamo organizzati in pochi giorni in situazioni veramente difficili; perché non dovremmo riuscire a fare altrettanto mettendo a frutto tutta la forza lavoro che sarà purtroppo disponibile in grande quantità dopo questa emergenza?

Basterebbe uscire dalla logica dell’assistenza del sussidio, della cassa integrazione e raggruppare tutta la forza lavoro, chi non ha lavoro non deve esistere! Passa direttamente sotto la tutela statale che si occupa di lui.

O lavora o si reca in un centro di formazione per essere istruito sulle nuove tecnologie o su nuove tecniche di lavoro per poter essere reinserito nel mercato del lavoro privato.

Il tutto non dovrebbe essere obbligatorio, ma va da sé, chi non accetta rimane senza nessun sussidio, costoro dovrebbero essere controllati dai carabinieri per capire come fanno a vivere. (lotta alle mafie e criminalità organizzata)L’idea è quella di togliere dalla criminalità coloro che vi entrano per bisogno e sottocultura.

Una volta salvaguardata tutta la popolazione dal punto di vista sanitario, dalla inedia della disoccupazione, dalle tentazioni della mafia, dai bisogni alimentari essenziali, si deve pensare al rilancio industriale del paese.

Non sono in grado di fornire indicazioni in quanto non conosco il sistema interconnesso con l’economia globale, e non so come sarà il mondo dopo il coronavirus, ma nel frattempo dovremmo cominciare ad impostare le linee guida che in seguito dovrebbero essere sostenute da una politica fiscale adeguata.

Per realizzare  questa nuova Italia, si deve partire dai valori condivisi e qui il discorso si complica in quanto entrano in gioco l’etica, le religioni, la morale.

Avrei individuato una traccia sulla quale iniziare un confronto.

Partirei dalla costituzione italiana che offre spunti di grandezza e limiti pratici ma ci da la possibilità di avere una base di partenza.

PRINCIPI FONDAMENTALI Art. 1. L’Italia e` una Repubblica democratica, fondata sul lavoro. La sovranita` appartiene al popolo, che la esercita nelle forme e nei limiti della Costituzione.

Benché io nutra una profonda stima nei padri fondatori, trovo che questo compromesso raggiunto all’epoca di fondare la repubblica sul lavoro non sia sufficientemente forte.

Mi spiego:

Il lavoro, prima causa nobilitante dell’agire umano, rimane comunque un mezzo e non può essere un fine.

Il lavoro è il mezzo per raggiungere finalità più alte quali la realizzazione personale, il lavoro è l’identità nella quale ci si qualifica e attraverso il quale si ricerca il benessere. Benché di fondamentale importanza, credo che il lavoro rimane lo strumento, il mezzo.

Non credo si possa fondare una Repubblica su di un mezzo.

fondata sul lavoro” all’epoca era una dichiarazione al mondo degli intenti futuri della nazione, un modo per dichiarare di essere pacifici e, lavoro era la parola che trovava un’intesa tra le varie forze costituenti.

Questa affermazione di principio è ancora così necessaria ed attuale?

Propongo: Fondata sulla ricerca della felicità attraverso la realizzazione personale di ogni cittadino.

Si renderebbe comunque necessario chiarire bene questo passaggio in modo di presentarsi al mondo come un paese nel quale si può vivere bene con soddisfazione per ognuno.

In successive precisazioni alle quali dovrebbe rimandare il primo articolo della costituzione andrebbe chiarito meglio che cosa si intende.

A questo proposito si dovrebbe rendere attuabili gli altri articoli della costituzione.

“ La sovranita` appartiene al popolo, che la esercita nelle forme e nei limiti della Costituzione.

Ineccepibile!

Le dichiarazioni della nuova costituzione dovrebbero trovare un riscontro reale e qui secondo me dovrebbe inserirsi il progetto del nuovo stato, la direzione nella quale indirizzare le risorse.

Una volta sconfitto il virus dovremmo presentare l’Italia come il più bel paese del mondo, non dovrebbe essere solo propaganda ma tutte le risorse dovrebbero essere indirizzate alla ricostruzione della nazione per renderla veramente il più bel paese al mondo.

Ad esempio cura e conservazione del territorio e dei beni culturali ma anche cura e promozione del benessere psicofisico delle persone. Vivere o anche solamente visitare un paese dove trovi abitanti felici, disponibili, tranquilli, sorridenti e realizzati sarebbe un successo per il nostro turismo e rispetterebbe appieno il nuovo primo articolo della costituzione.

Ricostruzione di ponti e viadotti con particolare attenzione alla bellezza ed al panorama.( la bellezza nei suoi diversi aspetti, Il primo quello della salute poi, bellezza di forme e bellezza interiore di principi, di comportamenti.)

Ripopolare i centri delle città di piccoli negozi di servizio, di atelier di moda,

Tassare pesantemente i negozi sfitti per rianimare i centri delle città

Favorire i beni durevoli, i materiali riciclabili ed ecologici.

Questo comporta anche il ripensamento del sistema industriale che dovrebbe essere favorito solo se compatibile con il minor sfruttamento possibile delle risorse naturali, il riciclo dei materiali, e tutti quegli interventi che ormai anche i bambini conoscono ma ai quali non si è mai voluto mettere mano.

L’idea non è quella di affondare un sistema ma quella di favorire la crescita di un sistema nuovo.

Ristudiare completamente il sistema della mobilità delle risorse, il sistema energetico.

Le nuove tecnologie ci sono, sono pronte e collaudate.

Abbiamo visto che anche le risorse finanziarie si possono creare, ora concentriamoci sulle mille idee che abbiamo e, soprattutto sui modi pratici di renderle concrete.

Non svendete quel vecchio tappeto

Intriso di cultura, tradizione, passione civile, nobiltà d’animo,

genio e sregolatezza.

Ho buttato sul piatto qualche pensiero forse in modo un po’ disordinato, ritengo che ci si possa fare qualche riflessione.

Fabio Morandi