Riporto qui la Scheda dettaglio di un tappeto caucasico antico Lesghi commentato da uno dei nostri amici  appassionati di tappeti.

Eiporto il testo della poesia L’infinito di Giacomo Leopardi:

Sempre caro mi fu quest’ermo colle,
e questa siepe, che da tanta parte
dell’ultimo orizzonte il guardo esclude.
Ma sedendo e mirando, interminati
spazi di là da quella, e sovrumani
silenzi, e profondissima quïete
io nel pensier mi fingo, ove per poco
il cor non si spaura. E come il vento
odo stormir tra queste piante, io quello
infinito silenzio a questa voce
vo comparando: e mi sovvien l’eterno,
e le morte stagioni, e la presente
e viva, e il suon di lei. Così tra questa
immensità s’annega il pensier mio:
e il naufragar m’è dolce in questo mare»

(Giacomo Leopardi)

Tappeto caucasico antico

Autore Gino, scritto il 24-01-2012: “Questo genere di rappresentazione, evidenziato dal medaglione a stella realizzato parzialmente, viene definito a “Motivo infinito”. Il motivo cruciforme a metà, non è un errore di realizzazione ma la volontà dell’annodatore di rappresentare nella campitura una piccola parte dell’universo ed il suo inesorabile scorrere continuo. Quella stella a metà suggerisce che tutto quanto rappresentato nel campo è in movimento e sta “infilandosi” sotto la bordura del tappeto. Bordura che perimetra la nostra visione umana consentendoci, con il suo limite dimensionale, di vedere solo una parte dell’universo e non la sua interezza. Condizione questa riservata solo all’Essere trascendente, al Divino, che non ha limiti di tempo e di spazio. Analogo schema compare spesso nei “Kazak a stelle” e trae origine autorevole nella produzione Ushak di alta epoca (“a stelle”; “a medaglione”; “Lotto”). Quando la crescente domanda occidentale si impose sulla tradizione, gli annodatori evitarono queste soluzioni iconografiche che la committenza riteneva grossolani errori“.

Autore Pierluigi, scritto il 05-01-2012: “Qui c’è tutto il fascino dei caucasici più autentici e primitivi: più sono irregolari, con lane tinte diversamente ed anche asimmetrici, più catturano l’interesse di chi li osserva. Che dire delle rare frange ancora annodate a rete?