I pavimenti in legno sono una delle forme più antiche utilizzate già nel 3000 a.C dagli egiziani. Con l’evolversi delle tecniche , la produzione diventa non più artigianale ma bensì industriale. Possiamo avere due tipologie di parquet : “multistrato” e “tradizionale”.

Fig.1

Analizziamo entrambe le tipologie ; allora il pavimento tradizionale è realizzato con tavole di legno massiccio , il cui spessore è circa 2cm. E’ una tipologia di legno che permette la verniciatura (una volta posato) , trattamento con olio o cera ed ottenere addirittura delle finiture lucide , satinate o opache.

Quando parliamo invece di pavimento in legno multistrato , ci riferiamo a quella tipologia , che come dice il nome stesso , presenta più strati di legno dei quali solo quello superiore è chiamato NOBILE , mentre il supporto è spesso un classico lamellare.

Di conseguenza , essendo composto da più strati , permette una stabilità maggiore rispetto al massello.

Ma approfondiamo il trattamento del legno multistrato , esso può essere sia pre-levigato che pre-verniciato

, a differenza del parquet massello che può essere lavorato solo dopo la posa.

Fig.2

La posa del pavimento in legno si effettua secondo diverse modalità e composizioni decorative. La tavola viene inchiodata sui “magatelli” oppure viene direttamente incollata sul massetto in cemento o poggiato su sottili strati di materiale isolante. Abbiamo diversi tipi di composizioni decorative tra cui :

  • posa a spina di pesce .
  • posa a quadri o a rombo

 

Ma oltre questi due sopra citati , ci sono tanti altri modi di posare il parquet.

 

Per finire , il colore del legno dipende dalla provenienza della materia prima ma può cambiare tonalità con il tempo a causa dell’ossidazione. Una proprietà importante è che funge da ottimo isolante sia elettrico che acustico.

Passiamo invece ad un’altra tipologia di pavimento , anch’essa molto antica , ovvero : la pavimentazione a mosaico.

Fig.3

Questa tipologia di pavimento nasce per garantire una maggiore resistenza al calpestio. Utilizzato già nella Grecia ellenistica , realizzato con piccoli ciottoli , esso è costituito da tessere in pasta di vetro o ceramica smaltata. Solamente nel III secolo , grazie ai romani saranno introdotte le tessere policrome. Con l’industrializzazione , la tecnica della posa in opera è stata accelerata creando dei pre-montaggi su pezzi di reti di diverso formato.

Le tessere in pasta di vetro permettono di avere una vastità di colorazioni , essere resistenti all’usura e agli acidi. Una proprietà interessante è che questo tipo di pasta non si scheggia al taglio ed è inalterabile nel tempo. Il loro riflesso alla luce è dovuto da sottili lamine di metallo inserite all’interno che non si ossidano perché protette dalla superficie vetrosa. Con l’evoluzione del mondo , sono nate nuove tecnologie tra cui i mosaici in “fotoceramica” , ovvero : le tessere vengono cotte nuovamente a 900°C dopo che i pigmenti fotografici vengono depositati in superficie. Il risultato è una longevità del pavimento dovuta alla doppia vetrificazione.

Infine , tra le due tipologie sopra indicate , è difficile scegliere ma voi quale preferite?

 

 

M.

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